Duomo Connection: Antonino Carollo coinvolto in un’inchiesta sulla bancarotta
La scoperta del sistema fraudolento
Le indagini condotte dai finanzieri della Compagnia di Magenta, su delega dei pm Bruna Albertini e Simona Ferraiuolo, hanno portato alla luce un articolato sistema fraudolento pianificato e diretto dal legale Giovanni Bosco. Con l’ausilio di professionisti e collaboratori, tra cui lo stesso Carollo, e coinvolgendo una serie di persone come prestanome di imprese, si ipotizza che l’obiettivo del meccanismo ideato fosse quello di evadere il fisco, aggirare i creditori e consentire il riciclaggio di denaro di origine illecita. Il numero degli indagati è di 22 persone, evidenziando la complessità dell’operazione investigativa.
Perquisizioni e sequestri
Nell’ambito dell’indagine sono state eseguite 20 perquisizioni in diverse province, tra cui Milano, Pavia, Pisa, Varese, Treviso, Livorno e Catanzaro, coinvolgendo oltre 70 militari e unità cinofile specializzate in ricerca di denaro. Il coordinamento serrato tra le autorità coinvolte ha permesso di mettere in luce un’ampia rete di relazioni e operazioni illecite che coinvolgono diverse aree geografiche.
Il ruolo di Antonino Carollo
Antonino Carollo, figura di rilievo nell’inchiesta Duomo Connection, è stato individuato come uno degli attori chiave del sistema fraudolento scoperto. Già affiliato a Cosa Nostra e figlio di un noto boss assassinato negli anni ’80, Carollo è stato arrestato a Pisa dalla Guardia di Finanza. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Mattia Fiorentini per Carollo e un avvocato di Abbiategrasso rivela la gravità delle accuse che li riguardano, tra cui bancarotta, reati fiscali e riciclaggio. La sua presenza all’interno di questa intricata vicenda conferma l’ampiezza e la complessità delle attività illecite messe in atto.