Il panorama dei sostegni alle famiglie italiane si arricchisce di nuove misure, a partire dal 1° marzo 2022, con l’introduzione dell’Assegno Unico Universale. Sebbene questo sia stato presentato come il principale supporto economico per le famiglie con figli a carico, è importante sottolineare che non costituisce l’unico beneficio previsto per il 2024 in ambito di maternità e paternità.
Una delle novità introdotte dalla Legge 30 dicembre 2023 numero 213, meglio nota come Manovra 2024, riguarda l’esenzione al 100% della quota dei contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti a carico delle lavoratrici madri con tre o più figli, impiegate presso enti pubblici e privati con contratto a tempo indeterminato, escludendo i rapporti di lavoro domestico. Questa misura, denominata bonus lavoratrici madri, sarà valida per le mensilità comprese tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026, fino al raggiungimento del diciottesimo anno di età del figlio più giovane, con un tetto massimo annuo di 3.000 euro, ripartiti su base mensile.
In via sperimentale, per i periodi di stipendio che vanno dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, il bonus lavoratrici madri sarà esteso anche alle donne con due figli, aventi un contratto a tempo indeterminato . In questo caso, l’agevolazione sarà riconosciuta fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Questo ampliamento della platea dei beneficiari dimostra l’impegno del governo nel sostenere le lavoratrici mamme, offrendo loro un supporto economico concreto e mirato.
In sintesi, l’Assegno Unico Universale si inserisce in un contesto più ampio di interventi a favore delle famiglie italiane, con particolare riguardo alle mamme lavoratrici, che vedono riconosciuti nuovi benefici e agevolazioni per conciliare al meglio la sfera lavorativa con quella familiare. La diversificazione dei sostegni economici rappresenta un passo avanti nel garantire un maggiore benessere alle famiglie e un’equa redistribuzione delle risorse a livello nazionale.