Le controversie sul caso di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba, si sono intensificate nel corso degli anni. Uno degli elementi cruciali è rappresentato dal sopravvissuto Mario Frigerio, il quale nel dicembre del 2006, identificò Olindo Romano come uno degli aggressori, dal suo letto d’ospedale. Tuttavia, secondo quanto riportato, in quel momento Frigerio si trovava in uno stato di “deficit cognitivo” gravissimo, essendo stato gravemente ferito e intossicato dal fumo dell’incendio scoppiato nel luogo della strage.
L’avvocato Fabio Schembri ha sollevato l’ipotesi di “amnesia anterograda” come causa del falso ricordo da parte di Frigerio riguardante l’eccidio di Erba. Questo particolare stato mentale potrebbe aver influenzato il riconoscimento di Romano come aggressore, avvenuto anche in aula durante il primo grado di giudizio. Successivamente, il sopravvissuto è deceduto alcuni anni dopo, lasciando aperte molte questioni e dubbi sulla sua testimonianza.
Le vicende legate al caso di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la strage di Erba, mettono in luce le complessità e le implicazioni degli errori giudiziari. La presenza di elementi come il deficit cognitivo di un testimone chiave e la possibilità di amnesie anterograde sollevano dubbi sulla correttezza delle condanne emesse. Questo caso rimane un esempio emblematico delle sfide e delle criticità che possono emergere nel sistema giudiziario, con riflessi profondi sia sul piano legale che su quello sociale.