Indagine “Athena” sui presunti legami politico-mafiosi nel territorio etneo

L’operazione “Athena” condotta dai Carabinieri ha portato alla luce presunti collegamenti tra esponenti politici e esponenti del clan Morabito legato alla famiglia Laudani di Catania. Tra gli indagati figurano il sindaco di Paternò, Antonino Naso, l’ex consigliere comunale Pietro Cirino e l’assessore Salvatore Comis. Il reato ipotizzato è di scambio elettorale politico-mafioso, con Cirino tra i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare. Tuttavia, il gip ha disposto misure diverse per gli indagati, sottolineando la complessità del caso.

Dinamiche criminali e controllo delle aste giudiziarie

L’inchiesta Athena, che ha coinvolto 56 indagati, ha permesso di approfondire le dinamiche del gruppo Morabito-Rapisarda operativo a Paternò e legato al clan Laudani di Catania. Grazie alle indagini condotte dai Carabinieri, è emerso il coinvolgimento del clan nelle aste giudiziarie di immobili nelle province di Catania e Siracusa. Inoltre, sono state evidenziate presunte infiltrazioni del voto nelle elezioni amministrative passate a Paternò, con un presunto coinvolgimento del clan Morabito a supporto di tre amministratori indagati.

Esclusione di provvedimenti cautelari per gli amministratori

La Procura aveva richiesto provvedimenti cautelari per gli amministratori coinvolti, ma il gip ha respinto tali richieste in merito alla posizione del sindaco Naso. Secondo il magistrato, non vi sarebbero gravi indizi di reato riguardo alle presunte assunzioni di persone legate alla cosca in un’azienda di rifiuti e al possibile sostegno elettorale. Il gip ha sottolineato che, ai fini del reato di scambio elettorale politico-mafioso, è necessaria la prova dell’accordo per la manipolazione del voto con metodologie mafiose, richiamando precedenti giurisprudenziali in merito alla valutazione della situazione.