Tragedia a Milano: il caso di Alessia Pifferi e la lotta legale per la verità
Alessia Pifferi: un passato segnato da gravi patologie
Alessia Pifferi, attualmente detenuta per la morte della figlia Diana di 18 mesi, ha un passato turbolento che la difesa cerca di far emergere. Fin da bambina, Alessia è stata seguita dai servizi di neuropsichiatria infantile territoriale a causa di turbe psichiche e ritardi cognitivi. Secondo l’avvocato Alessa Pontenani, la cartella clinica recentemente recuperata conferma la diagnosi precoce della sua grave condizione. Sin dall’infanzia, Alessia presentava un grave deficit cognitivo, come dimostrato anche dalla presenza di un insegnante di sostegno e dall’uso prolungato di ciuccio e bavaglino.
La difesa di Alessia Pifferi: nuova valutazione psichiatrica necessaria
La difesa di Alessia Pifferi ha richiesto un’ulteriore valutazione psichiatrica, allo scopo di integrare la precedente perizia che aveva certificato la sua capacità di intendere e volere. Sulla base di documenti scolastici e clinici, la difesa sostiene che la presenza di un grave deficit cognitivo già evidente sin da bambina potrebbe aver condizionato le azioni di Alessia. Tuttavia, il pm Francesco De Tommasi respinge questa richiesta sostenendo che i documenti presentati non sono sufficienti a cambiare il verdetto della perizia, che si è concentrata principalmente su problemi di apprendimento piuttosto che su patologie specifiche.
La decisione della Corte d’Assise: accettare o respingere l’integrazione della perizia
La Corte d’Assise ha acconsentito all’acquisizione dei nuovi documenti presentati dalla difesa e ora deve valutare se accettare o respingere la richiesta di integrazione della perizia psichiatrica di Alessia Pifferi. La decisione finale sulla responsabilità di Alessia nella tragica morte della figlia Diana poggia ora sulle spalle dei giudici, chiamati a valutare attentamente tutti gli elementi a disposizione per fare luce sulla vicenda.
La lotta legale per stabilire la verità nel caso di Alessia Pifferi è in corso, con la difesa che tenta di far emergere un passato segnato da gravi patologie cognitive e il pubblico ministero che cerca di fare chiarezza e giustizia riguardo agli avvenimenti che hanno portato alla morte della piccola Diana. La decisione finale della Corte d’Assise sarà determinante per definire il destino di Alessia Pifferi e per dare risposte alla famiglia della piccola vittima.