Nel panorama politico italiano viene affrontata la questione delle crisi di governo e delle relative soluzioni previste dalla Costituzione. In particolare, vengono esaminati tre casi specifici.
Caso uno: la revoca della fiducia al presidente del Consiglio eletto porta allo scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica. Questa situazione raramente si verifica, poiché comporterebbe il termine anticipato della legislatura.
Caso due: in caso di dimissioni volontarie del presidente del Consiglio eletto, il premier può proporre lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica entro sette giorni. In questo modo, il capo del governo ha la possibilità di chiedere il voto anticipato in caso di crisi politica.
Caso tre: in determinate situazioni, come impedimento permanente o decadenza, il Presidente della Repubblica può conferire l’incarico di formare il governo a un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio dimissionario.
Nel caso in cui il presidente del Consiglio non intenda ricorrere alle elezioni anticipate, ha due opzioni a disposizione. Può cercare di ottenere un reincarico e modificare la composizione della maggioranza, ad esempio sostituendo un partito con un altro partito dell’opposizione. In alternativa, può passare il testimone a un altro esponente della maggioranza. È importante sottolineare che è stata eliminata la parola “volontarie” riguardante le dimissioni del premier in seguito a una mancata fiducia su un provvedimento. Ciò conferma la possibilità di richiedere nuove elezioni anche in questo caso.
Quali sono le ragioni che hanno spinto la Lega a cambiare idea sulla questione? Secondo alcuni senatori della maggioranza, il partito avrebbe accettato la modifica in cambio del sostegno definitivo alla Camera sull’Autonomia differenziata, in programma per il 23 aprile. Anche se il nuovo disegno di legge sembra più logico e coerente con i principi dell’elezione diretta, rimane irrisolto il tema del sistema di voto. Sebbene la Costituzione preveda un premio nazionale per garantire la maggioranza dei seggi, non specifica la soglia necessaria per ottenere tale premio. Inoltre, rimane aperta la questione dei 5 milioni di italiani residenti all’estero, la cui influenza potrebbe risultare significativa con l’elezione diretta. Questi nodi verranno probabilmente affrontati in Aula durante l’esame del testo previsto per il 29 aprile o successivamente alle elezioni europee.