Le dichiarazioni rivelatrici di Giorgio Furlani alla Gazzetta dello Sport hanno fatto luce su ogni aspetto societario del presente e del futuro prossimo del Club. Dopo un periodo di incertezze, confronti e apprensioni, le parole dell’amministratore delegato del Milan sono risultate imperativamente necessarie per ripristinare un concetto basilare nell’ambito dell’informazione: la sincerità. Il suo intervento sul celebre giornale sportivo ha rappresentato un raffinato analisi dei grandi temi che circondano il Milan, spaziando dal mercato, che appassiona i tifosi, fino alle strategie riservate della società e dei suoi piani futuri. Furlani si è dimostrato un abile guida capace di condurre i tifosi rossoneri verso una più chiara comprensione della realtà del mondo Milan.
Le tematiche esaminate da Furlani sono state molteplici ma tutte improntate ad un unico concetto predominante. L’avvento di Cardinale ha introdotto un nuovo concetto di “milanismo” che si distingue dalla tradizione berlusconiana, senza però minare la radice più autentica. Il Milan mantiene gli stessi obiettivi di gloria, quelli legati alla Champions e agli scudetti, ma si muove in una direzione diversa per raggiungere tali traguardi. I tempi sono cambiati e pertanto è necessario adottare strategie senza dipendenze da chi ha disponibilità di miliardi in eccesso. Il Milan non può permettersi di seguire questo percorso, così come tutte le realtà della Serie A. Quindi, la programmazione e la visione a lungo termine risultano cruciali. È essenziale privilegiare la qualità rispetto all’apparenza. Questo principio si è dimostrato valido con gli acquisti di Pulisic e Loftus-Cheek, inizialmente poco acclamati ma ora considerati punti di forza per costruire il futuro vincente.
Questo sarà il cammino che Ibra, figura centrale del progetto rossonero e del nuovo corso del “milanismo“, seguirà insieme a Moncada per trovare il degno erede di Giroud e realizzare nuovi investimenti mirati al conseguimento della seconda stella. Un obiettivo che Furlani supporta con convinzione e determinazione, seguendo alla lettera il “protocollo milanista“. Parlando del futuro di Leao, Furlani ha dichiarato: “lunga vita a Leao al Milan“. Una frase emblematica che rievoca sogni e passioni di cuori infiammati. Tuttavia, questo aforisma può essere interpretato in una prospettiva più ampia, ossia: lunga vita al Milan. Sì, lunga vita al Milan che molti avrebbero desiderato cancellare a seguito di un’indagine che, al momento, non ha portato a condanne e probabilmente non lo farà mai. Lunga vita a una società che, come sottolineato da Furlani, è passata dall’insolvenza a un attivo di bilancio, conquistando uno scudetto e raggiungendo una semifinale di Champions League. Una vita lunga a chi lavora silenziosamente, parla quando necessario e lascia che siano i fatti a raccontare la propria storia. Un concetto che rispecchia pienamente lo spirito milanista, che con orgoglio rivendica il proprio “milanismo“.