Anna Camposampiero, figura di spicco nella segreteria nazionale di Rifondazione e dell’esecutivo della Sinistra Europea, è stata espulsa dalla Turchia e imbarcata su un volo diretto a Bergamo, come comunicato da Rifondazione in una nota ufficiale. Il provvedimento di divieto di ingresso, emanato dal regime di Erdogan, è stato descritto come legato al suo impegno a sostegno dei diritti del popolo curdo e dell’opposizione di sinistra nel paese. Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha esposto la situazione sostenendo che non sono state chiarite le motivazioni dell’espulsione, ma che questa rappresenta un segnale del clima repressivo in cui si trovano a operare coloro che difendono le libertà civili in Turchia.
Anna Camposampiero, prevista come osservatrice alle elezioni amministrative nelle regioni a maggioranza curda in Turchia, si è vista negare l’ingresso nel paese, compromettendo così il suo ruolo di monitoraggio e supporto al processo elettorale. La sua presenza a Dyarbakir, importante centro della comunità curda, sarebbe stata fondamentale per garantire una sorveglianza imparziale delle elezioni. L’espulsione di Camposampiero assume dunque una rilevanza politica significativa, evidenziando le pressioni e le restrizioni imposte dal governo turco nei confronti di attivisti e osservatori internazionali.
Maurizio Acerbo ha sottolineato come l’episodio dell’espulsione di Anna Camposampiero sia rappresentativo del clima di repressione e limitazione delle libertà civili in Turchia, soprattutto in vista di importanti appuntamenti elettorali. L’uso delle misure di espulsione e di limitazione dei movimenti di attivisti politici e difensori dei diritti umani risulta essere una pratica diffusa nel contesto politico turco, volto a soffocare le voci dissidenti e a minare la partecipazione democratica. Camposampiero, con il suo impegno a favore delle minoranze e dei diritti umani, è divenuta simbolo di resistenza a tali pratiche autoritarie.
L’espulsione di Anna Camposampiero ha scatenato diverse reazioni a livello internazionale, suscitando manifestazioni di solidarietà da parte di organizzazioni politiche e di difesa dei diritti umani. Diverse figure politiche e attivisti hanno condannato il provvedimento del regime turco, evidenziando l’importanza di garantire lo spazio per lo svolgimento di elezioni libere e trasparenti, senza intimidazioni né restrizioni per gli osservatori internazionali. Il caso di Camposampiero ha messo in luce la necessità di una vigilanza costante sulla situazione dei diritti umani in Turchia e sul rispetto dei principi democratici.
In un contesto politico segnato da tensioni interne ed esterne, l’episodio dell’espulsione di Anna Camposampiero rappresenta una sfida per coloro che si battono per la difesa delle libertà civili e dei diritti umani in Turchia e nel mondo. La situazione attuale richiede un impegno costante e una solidarietà internazionale per contrastare le forme di autoritarismo e repressione che minacciano la democrazia e la convivenza pacifica. Solo attraverso la collaborazione tra le forze progressiste e democratiche è possibile costruire un futuro basato sui valori della libertà, della giustizia e della solidarietà.