Il desegno di legge sul fine vita, a firma di Alfredo Bazoli del Pd, si appresta ad affrontare un’importante fase al Senato. Dopo un’iniziale ritardo dovuto all’assenza del governo, il testo è stato finalmente calendarizzato per la prossima settimana dalle commissioni Giustizia e Affari sociali. Questo passo avviene in un contesto carico di tensioni, con la necessità di confrontarsi con il testo proposto dalla maggioranza di Forza Italia.
Le posizioni contrapposte in Commissione e gli attacchi dell’opposizione
Nel dibattito in Commissione Affari sociali, emerge chiaramente la divisione tra opposizione e governo. Il capogruppo M5S Orfeo Mazzella critica duramente l’esecutivo, accusandolo di voler procrastinare la decisione e di non voler approvare una normativa in materia di fine vita. A sua volta, Alfredo Bazoli esprime la speranza che la Commissione possa lavorare efficacemente senza subire ostacoli da parte della maggioranza.
Le criticità del testo proposto dalla maggioranza e il richiamo della Consulta
Un nodo cruciale nel dibattito riguarda le divergenze sul testo presentato dalla maggioranza. Secondo Bazoli, questo testo ignora la sentenza della Corte costituzionale e introduce restrizioni eccessive rispetto alle indicazioni della Corte stessa. Inoltre, si evidenzia un passo indietro rispetto alla legge del 2017 sul testamento biologico, rendendo l’alimentazione e l’idratazione artificiale non più rifiutabili.
Gli obiettivi del centrodestra e le incertezze dell’opposizione
Nel panorama politico, si aprono interrogativi sulle motivazioni del centrodestra nel proporre un testo simile a quello della cattolica Paola Binetti. Emergono dubbi sulle reali intenzioni della maggioranza, con ipotesi che vanno da una posizione conservatrice a una strategia per minare il dialogo sul ddl del Pd. Mentre Fi difende la propria linea ufficiale, i dem si trovano divisi tra la volontà di dialogo e il timore di un’incomprensione totale.