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Grande scandalo alimentare: richiesta di rinvio a giudizio per il caso Tiramisun Mascherpa

Grande scandalo alimentare: richiesta di rinvio a giudizio per il caso Tiramisun Mascherpa - Milano CronacaLive

La richiesta di rinvio a giudizio per Giuseppe Loiero e Giovanna Anoia

Il Procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Loiero e per la madre Giovanna Anoia, legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della Glg srl, azienda produttrice del “Tiramisun” con marchio Mascherpa. Sono accusati di concorso in omicidio colposo per la morte della 20enne Anna Bellisario, avvenuta il 5 febbraio dello scorso anno. La giovane è deceduta dopo aver mangiato il dolce venduto come vegano il 26 gennaio, a causa di un choc anafilattico provocato da tracce di latte, al quale era fortemente allergica.

Mancanza di adeguata formazione e confusioni nella produzione dei dolci

Secondo quanto emerso dalle indagini, presso la Glg si preparavano prodotti vegani e non vegani nello stesso ambiente, contemporaneamente e sullo stesso tavolo. Vi era confusione tra l’uso di ingredienti di origine animale, come il mascarpone, e di ingredienti di origine vegetale. Il personale non aveva ricevuto una formazione adeguata, con un dipendente che aveva frequentato solo un breve corso generale sulla normativa igienica alimentare.

La reazione della Glg e la mancanza di informazioni sull’etichetta

I due responsabili dell’azienda, Giuseppe Loiero e Giovanna Anoia, interrogati dal gip, hanno scelto di non rispondere ma hanno depositato una memoria esprimendo il loro dolore. Il gip ha sottolineato che se sull’etichetta del prodotto fossero state menzionate le tracce di lattosio o derivati, la giovane non avrebbe consumato il dolce, poiché era estremamente attenta. Ora spetta al gup decidere sulla richiesta di processo, utilizzando anche la facoltà di patteggiamento da parte degli indagati.

La richiesta di archiviazione per altre posizioni nell’inchiesta

I pm hanno invece chiesto l’archiviazione per altre posizioni coinvolte nell’inchiesta, inclusa quella del titolare del fast food dove la ragazza aveva cenato quella sera con il suo fidanzato.