Dopo essere stata portata in Aula catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio, oggi i giudici ungheresi hanno deciso anche di negarle gli arresti domiciliari, infliggendo un trattamento disumano e degradante. Questo episodio rappresenta una grave violazione dei diritti fondamentali di una persona detenuta, che suscita indignazione e preoccupazione nell’opinione pubblica.
Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha espresso perplessità riguardo all’uso delle catene e delle manette, sottolineando che non vi è alcun pericolo di fuga da parte dell’imputata. Tajani ha inoltre avvertito sul rischio di politicizzare il caso, evidenziando la necessità di evitare uno scontro politico che potrebbe danneggiare la situazione di Ilaria Salis. La prioritaria preoccupazione dell’esponente politico è il benessere e la giusta tutela della cittadina italiana coinvolta in questa vicenda.
Il leader di Iv Matteo Renzi ha richiamato l’attenzione sulla grave violazione dei diritti di Ilaria Salis, sottolineando che non è accettabile che una cittadina italiana venga trattata in modo così ingiusto e umiliante in Ungheria. Renzi ha esortato la presidente Giorgia Meloni a intervenire e a difendere i principi fondamentali dello stato di diritto, chiedendo che l’Ungheria rispetti tali regole altrimenti metterebbe a rischio i finanziamenti provenienti dall’Italia.
Questa vicenda mette in evidenza l’importanza di difendere i diritti umani e la dignità delle persone detenute, indipendentemente dalla loro nazionalità. È fondamentale che le istituzioni italiane e europee si facciano portavoce della richiesta di rispetto delle regole e dei principi democratici, per evitare che episodi simili si verifichino in futuro. La solidarietà internazionale e la ferma condanna di comportamenti discriminatori e inumani devono essere il faro che guida le azioni dei governi e delle istituzioni a difesa dei diritti fondamentali di ogni individuo.