Indagini sulla morte di Jordan Tinti: il trapper trovato impiccato in carcere
La Procura di Pavia ha deciso di eseguire un’autopsia nell’ambito delle indagini riguardanti la morte di Jordan Tinti, conosciuto come Jordan Jeffrey Baby, il trapper che è stato trovato impiccato nella sua cella al carcere pavese. Il legale del giovane, l’avvocato Federico Edoardo Pisani, che ora rappresenta anche il padre del ragazzo, si incontrerà con il pubblico ministero responsabile dell’inchiesta, Alberto Palermo.
Richiesta di giustizia e dubbi sulla morte
L’avvocato e il padre del 26enne chiedono “giustizia” e vogliono “sapere cosa è successo”. Secondo quanto dichiarato dall’avvocato, sorgono “fondati dubbi che si sia trattato di un atto volontario”. Inoltre, se la morte fosse stata un suicidio, il legale sottolinea che è importante capire perché Jordan si trovava ancora detenuto a Pavia, nonostante avesse denunciato di essere stato vittima di maltrattamenti e abusi sessuali da parte di altri detenuti.
Imputato per maltrattamenti e procedimenti legali
Gianmarco Fagà, conosciuto anche come Traffic, è stato accusato di maltrattamenti nei confronti di Jordan, ed è stato condannato in primo grado a Monza per rapina aggravata con l’aggravante dell’odio razziale . I presunti maltrattamenti di cui è accusato Fagà avrebbero avuto luogo durante il periodo di detenzione in cui era in cella con Jordan. Il padre di Jordan si costituirà parte civile nel processo a Fagà, che inizierà a Pavia il prossimo venerdì.
Denunce di violenza sessuale e affrontamento in carcere
Jordan Tinti aveva denunciato di essere stato vittima di violenza sessuale da parte di un altro detenuto, e la difesa si era opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Nel novembre precedente, il giudice di Sorveglianza aveva concesso al giovane un’affidamento terapeutico in una comunità dopo che la sua pena era diventata definitiva. Tuttavia, il provvedimento è stato sospeso il 2 marzo successivo poiché sono state trovate un telefono cellulare e sigarette nella sua stanza, causando il suo ritorno in carcere.