Dopo il ritrovamento del neonato abbandonato in un androne di via degli Apuli a Milano, i Carabinieri sono riusciti a identificare la madre, una diciassettenne di cui non vengono diffuse le generalità per garantire la sua privacy. Insieme a lei è stata individuata e denunciata un’amica di 19 anni, coinvolta nell’abbandono del neonato.
La giovane amica 19enne della madre del neonato abbandonato ha raccontato ai militari di aver aiutato la minorenne a partorire nel bagno di un supermercato. Dopo il parto, ha pulito per non lasciare tracce evidenti e successivamente ha portato il neonato davanti all’ingresso di una palazzina, sperando che venisse accolto da persone di fiducia. Tuttavia, il neonato è stato raccolto da una famiglia diversa da quella prevista. Dopo 4 giorni, l’amica è andata a recuperare il bambino e lo ha portato via, ma lo ha abbandonato nuovamente il primo febbraio, 5 giorni dopo la nascita.
L’allarme sull’abbandono del neonato è stato lanciato da un inquilino che ha trovato il piccolo insieme a un foglio con una scritta stampata in arabo, indicando che la madre era deceduta e chi lo aveva lasciato non poteva più prendersi cura di lui. Questo ha scosso profondamente la comunità locale e le autorità competenti che hanno avviato immediate indagini per risolvere il caso.
Dopo l’abbandono, il piccolo è stato inserito nella procedura di adozione e fortunatamente ha già trovato una coppia disposta ad accoglierlo. Nel frattempo, la madre naturale, che ha nascosto la gravidanza alla propria famiglia, è stata presa in carico dai servizi sociali e sta seguendo un percorso di supporto psicologico per affrontare questa difficile situazione.
Questi eventi hanno suscitato emozioni contrastanti e hanno portato alla luce una serie di questioni delicate sulla maternità, l’adozione e il sostegno alle giovani madri in situazioni difficili. È fondamentale un maggiore sostegno e una maggiore sensibilizzazione sull’importanza di fornire aiuto a chi si trova in situazioni di vulnerabilità, affinché casi come questo possano essere prevenuti in futuro.