Nelle scorse settimane, in 40 città italiane, da Roma a Milano, da Cagliari a Trieste, da Bari a Genova, si sono svolte decine di manifestazioni “Stop al Codice della Strage”. Queste proteste sono state organizzate dalle associazioni familiari delle vittime della strada e da altre associazioni contrarie al nuovo Codice della Strada proposto dal ministro per le Infrastrutture Salvini. Gli organizzatori ritengono che questa riforma possa rappresentare un passo indietro di 40 anni per quanto riguarda la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile in Italia, allontanandoci dal livello di sicurezza degli altri Paesi europei.
Secondo gli organizzatori delle manifestazioni “Stop al Codice della Strage”, la proposta di riforma presentata dal ministro Salvini non affronta in modo adeguato gli elementi essenziali per ridurre il numero di vittime della strada in Italia. Essi sostengono che la sicurezza stradale dovrebbe essere una priorità assoluta nell’agenda politica e istituzionale del Paese, e che è fondamentale affrontare questo tema in modo serio e con azioni concrete. In contrasto con la proposta del governo, viene citata la proposta di legge “Lazio Strade Sicure”, che mira ad adottare una strategia di prevenzione per ridurre gli incidenti stradali.
Le manifestazioni contro il nuovo Codice della Strada sono state anche l’occasione per alcune voci dell’opposizione di esprimere le proprie critiche nei confronti del governo in carica. Il consigliere della Regione Lazio e responsabile Welfare di Azione, Alessio D’Amato, ha dichiarato di essere favorevole a un approccio incentrato sulla prevenzione per garantire la sicurezza stradale. Secondo D’Amato, l’attuale esecutivo non sta adottando misure sufficienti per affrontare il problema, evidenziando un gap tra le dichiarazioni politiche e le azioni concrete necessarie per migliorare la situazione sulle strade italiane.