Scandalo dossier: la richiesta di una commissione d’inchiesta parlamentare
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la necessità di un’indagine approfondita
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non usa mezzi termini nel definire la situazione attuale, che definisce come un punto di non ritorno. L’indagine di Perugia ha portato alla luce un’attività di dossieraggio definita “mostruosa” dal capo dei pm Raffaele Cantone. Nordio rivela di aver avuto un “informale scambio di opinioni” con il ministro della Difesa Crosetto, a seguito della denuncia che ha avviato l’indagine. Nordio propone l’istituzione di una Commissione parlamentare d’Inchiesta con potere inquirente per analizzare questa grave deviazione, già emersa durante lo scandalo Palamara e resa ancora più seria dalle parole di Cantone.
Scetticismo sul varo della commissione d’inchiesta
Le fonti parlamentari della maggioranza esprimono scetticismo sulla possibilità di istituire la commissione d’inchiesta, sia per motivi di tempistica, per evitare sovrapposizioni con l’inchiesta in corso a Perugia, sia per la difficoltà nel reperire i parlamentari necessari. Nordio, in merito ai centinaia di accessi illeciti effettuati dal tenente della Guardia di Finanza Striano, sottolinea che si è raggiunto un punto cruciale, forse irreversibile, che richiede una profonda riflessione normativa e politica. Le parole forti di Cantone sottolineano la gravità della situazione e la necessità di un’approfondita riflessione sul rispetto dei diritti individuali alla riservatezza.
La posizione del ministro della Difesa **Guido Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto si dichiara pienamente disponibile ad essere ascoltato da Copasir e Antimafia, concordando sull’importanza che il Parlamento valuti l’istituzione della Commissione d’Inchiesta. Crosetto sottolinea la necessità di approfondire i temi emersi, indagando sull’uso abusivo delle banche dati, sul dossieraggio, sugli eventuali mandanti o beneficiari e sui poteri necessari per difendere lo Stato. Invita a ridurre il clamore mediatico attorno al caso e a ritornare a lavorare nell’ombra per fare luce sulla situazione.
L’evolversi delle indagini a Perugia e Roma
Le indagini a Perugia si estendono anche alla pratica svolta da Striano sui fondi della Lega, coinvolgendo personaggi legati alla Lombardia Film Commission e al mondo leghista. Parallelamente, la Procura di Roma avvia indagini scaturite dal caso dossier, contestando al presidente della Figc, Gabriele Gravina, l’autoriciclaggio. I magistrati romani indagano su una segnalazione di operazioni sospette, non collegata a Striano, che coinvolge imprenditori e il ministro Corsetto. Le indagini evidenziano la complessità e l’interconnessione delle situazioni in esame.