Radicalizzazione religiosa: l’espulsione di un cittadino tunisino irregolare

Questa mattina, la Polizia di Stato di Milano ha eseguito il provvedimento di espulsione emesso dal Ministro dell’Interno nei confronti di un cittadino tunisino irregolare sul territorio nazionale. Questo individuo è stato ritenuto sprovvisto di titolo di soggiorno e autore di gravi reati per la sicurezza dello Stato, inclusa la radicalizzazione religiosa.

Un passato di espulsioni e reati

Il cittadino tunisino in questione era già stato destinatario di un provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Reggio Calabria nel marzo del 2014. Successivamente, nel marzo del 2016, ha ricevuto un ulteriore provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Bologna, il quale ha portato al suo rimpatrio il 1° giugno 2016.

Tuttavia, nel corso del 2022, l’uomo è rientrato illegalmente in Italia ed è stato arrestato per scontare una pena di un anno e quattro mesi di reclusione per il reato di rapina. Nei suoi confronti sono state emesse numerose condanne irrevocabili per reati contro il patrimonio, la fede pubblica, e in materia di armi e stupefacenti. Già nel 2012, è stato oggetto di un provvedimento di cumulo pene che lo ha condannato a sei anni di reclusione. Durante la sua detenzione, ha mantenuto contatti con detenuti noti per la radicalizzazione religiosa, dedicandosi sistematicamente alla commissione di reati.

Il rimpatrio e gli atteggiamenti autolesionisti

Considerando la mancanza di integrazione sociale e culturale, nonché la minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato, il cittadino tunisino è stato trattenuto presso il C.P.R. di Milano – Corelli al fine di ottenere il necessario documento dal Consolato per l’espatrio.

Ieri, accompagnato dagli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura milanese, è stato condotto presso il Consolato della Tunisia a Milano per avviare le procedure per il rilascio del documento consolare. Durante tale processo, ha manifestato comportamenti autolesionistici e di opposizione per attirare l’attenzione dell’autorità diplomatica. Successivamente è stato scortato all’aeroporto di Roma Fiumicino per essere rimpatriato in Tunisia con un volo di linea e personale di scorta.