Corteo transfemminista contro l’esclusione: polemiche e divisioni nel panorama italiano
Il confronto tra la Comunità ebraica e le attiviste del movimento Non una di Meno si acuisce in vista della grande iniziativa del 7 ottobre, giorno contro il femminicidio di massa. Le polemiche vertono sull’esclusione delle donne israeliane vittime di violenza, inaugurando un dibattito che coinvolge anche altri attori del panorama italiano.
Il manifesto transfemminista contro Israele: solidarietà o antisemitismo?
Al centro della polemica si pone il manifesto delle militanti transfemministe, che esprimono solidarietà con il popolo palestinese e denunciano il colonialismo e l’imperialismo nel mondo. La controversia si accende soprattutto per l’omissione delle violenze subite dalle donne israeliane, provocando l’accusa di antisemitismo da parte della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche.
Polemiche e confronti: Non una di Meno contro la Comunità ebraica
La discussione si infiamma ulteriormente con le dichiarazioni della ministra Roccella a favore della Comunità ebraica e della proposta di istituire il 7 ottobre come giornata contro il femminicidio di massa, in memoria delle donne israeliane vittime di violenza. Le critiche si concentrano sull’apparente divisione tra i diversi movimenti femministi e sull’importanza di non dimenticare la sorellanza tra donne di ogni provenienza.
La polemica si estende: manifesti contro l’aborto e reazioni politiche
Anche i manifesti anti abortisti di Pro Vita e Famiglia scatenano polemiche, soprattutto per l’utilizzo del claim “Non una di meno” accanto a un’immagine di donna incinta. La reazione della politica non si fa attendere, con la segreteria del Pd che condanna la campagna definendola vergognosa, mentre l’associazione difende i diritti delle donne a scegliere di diventare madri e a non abortire per motivi socio-economici.