Ascoli Piceno, gioiello delle Marche
Cesare Brandi, studioso d’arte e cultura, ha sempre considerato Ascoli Piceno la città più affascinante delle Marche, superando persino Urbino grazie alla bellezza dei suoi nobili palazzi in travertino, definito il “marmo cariato”, facilmente modellabile in architettura. Uno dei simboli più noti della città è la suggestiva Piazza del Popolo, cuore pulsante di Ascoli Piceno.
Il Caffè Meletti, fondato nel lontano 1907 da Silvio Meletti, famoso produttore del celebre liquore all’anisetta, rappresenta un punto d’incontro per ascolani e turisti, un luogo intriso di storia e tradizione. Altro tesoro di Ascoli Piceno è la Pinacoteca Civica di Palazzo dell’Arengo, nonostante alcuni locali siano trascurati. Qui sono custodite opere di inestimabile valore, come dipinti di Tiziano, Parmigianino, La passeggiata romantica di Pelizza da Volpedo, Crivelli, Domenico Morelli. Inoltre, la vista sulla Piazza Arringo e sul Duomo, con il suo sorprendente polittico di Carlo Crivelli, regalano emozioni uniche ai visitatori.
L’incontro tra due grandi artisti
La mostra Per Cecco! rappresenta un omaggio del marchigiano Enzo Cucchi al poliedrico Cecco d’Ascoli, celebre astronomo, astrologo, alchimista, medico e letterato. Enzo Cucchi, noto per il movimento della Transavanguardia, ha ideato una particolare installazione che fa parte di una più ampia rassegna intitolata Ascoli Contemporaneo XXI, curata da Spazio Taverna. Il connubio tra tradizione e contemporaneità si fonde in un’esposizione unica che celebra la figura di Cecco d’Ascoli e i suoi molteplici interessi.
Un viaggio nell’arte al Forte Malatesta
Il Forte Malatesta, location suggestiva per l’esposizione artistica, svela al visitatore una parte poco conosciuta della storia di Ascoli Piceno. Nella sala principale, con un imponente pilastro che regge un soffitto in mattoni, si possono ancora scorgere i segni del passato, come gli anelli di ferro utilizzati per imprigionare i prigionieri. Enzo Cucchi, insieme al ceramista Pino Allamprese, ha creato un’installazione che abbraccia la storia e la poetica di Cecco d’Ascoli, ispirandosi al suo capolavoro, L’Acerba. Un percorso artistico che rimanda alle parole dello stesso Cecco, critico nei confronti della poesia contemporanea e in aperta polemica con Dante Alighieri, ribadendo l’importanza di una poesia vicina alla natura delle cose.