Studenti del liceo Parini: dibattito sull’occupazione
Gli studenti del liceo classico Parini di Milano sono riuniti in assemblea per discutere dell’occupazione che ha avuto inizio lunedì scorso. La questione fondamentale riguarda la decisione di porre fine all’occupazione oggi, ma all’interno della comunità studentesca si registra una spaccatura. Il preside Massimo Nunzio Barrella ha confermato che c’è una minoranza favorevole a proseguire l’occupazione, mentre la maggioranza degli studenti presenti all’assemblea preferirebbe terminare e abbandonare la scuola nel pomeriggio.
La divisione degli studenti
Il preside Barrella ha commentato l’impasse affermando che non intende lasciare due o tre studenti soli nella scuola per motivi di sicurezza. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di rispettare la decisione della maggioranza degli studenti presenti. Il conflitto interno alla comunità scolastica mette in evidenza la necessità di evitare atteggiamenti di protagonismo e di seguire ciò che è emerso come scelta maggioritaria.
Polemiche e critiche
L’occupazione del liceo Parini ha suscitato polemiche fin dal suo inizio, quando il preside Barrella ha definito l’atto come “fascista” e si è autodefinito “prigioniero politico”. Queste affermazioni sono state duramente criticate dal sindaco Giuseppe Sala, il quale le ha giudicate fuori luogo. Il preside ha risposto alle critiche precisando che in quel momento sentiva la necessità di esprimere un messaggio forte a sostegno della maggioranza degli studenti e del corpo docente, che desideravano riprendere regolarmente le lezioni.
Chiarezza e democrazia in ambito scolastico
Il preside Barrella ha riconosciuto di aver fatto uso di espressioni forti e potenzialmente eccessive, ma ha ribadito la sua posizione sull’importanza di garantire la libertà di accesso alla scuola alla maggioranza degli studenti. Afferma che impedire a una maggioranza di esercitare un diritto costituisca un atteggiamento antidemocratico e che la scuola debba essere inequivocabile su questo principio. Barrella ha concluso sottolineando che non intende limitare il diritto di manifestare, ma si augura che ci sia chiarezza e coerenza nel rispetto delle regole democratiche all’interno della comunità scolastica.