Luciano Moggi contesta le parole di Cardinale
Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus, ha espresso ferma condanna nei confronti delle recenti dichiarazioni del proprietario del Milan, Gerry Cardinale. L’intempestività e la presunta dannosità delle parole di Cardinale hanno suscitato una forte reazione da parte di Moggi, il quale ha sottolineato che tali esternazioni sono state del tutto inopportune e hanno avuto conseguenze negative sull’ambiente rossonero. Secondo Moggi, l’operato di Cardinale non rispecchia una reale comprensione del calcio e ha provocato un clima di demotivazione tra giocatori e staff tecnico, nonostante Stefano Pioli mantenga un contegno riservato al riguardo.
Luciano Moggi non ha risparmiato critiche neanche rispetto alla gestione tecnica e strategica attuata da Gerry Cardinale presso il Milan. In particolare, Moggi ha contestato la struttura della squadra rossonera, evidenziando carenze cruciali nei ruoli chiave e attribuendo la responsabilità di tale situazione a una gestione societaria, a suo dire, poco oculata. L’ex dirigente juventino ha sollevato il problema della consistente presenza di attaccanti nel roster milanista a discapito di centrocampisti di ruolo e di qualità, sbilanciamento che, a suo avviso, ha compromesso le performance della squadra. Moggi ha quindi puntato il dito contro il fallimento della politica di formazione del Milan, attribuendo a Cardinale e al suo staff la responsabilità del dilemma tattico che attanaglia la squadra.
Oltre alle questioni relative alla gestione e alla composizione della squadra, Luciano Moggi ha sottolineato un altro aspetto controverso sollevato durante il mercato estivo, ovvero l’utilizzo di algoritmi nell’organizzazione e nella scelta dei giocatori. Moggi ha evidenziato come l’approccio basato su algoritmi abbia contribuito a creare una squadra squilibrata e non performante, amplificando le carenze strutturali che il Milan si trova attualmente a fronteggiare. Secondo Moggi, i risultati del Milan sono il frutto di una serie di decisioni errate e di una strategia societaria discutibile, che hanno compromesso le prospettive competitive della squadra nel panorama calcistico nazionale e internazionale.