Aggressione a un 38enne albanese: l’intervento della Polizia di Stato
La notizia scuote Milano: un 38enne albanese è stato aggredito brutalmente a Rogoredo, lasciato in fin di vita dopo una violenta rissa. Le autorità competenti, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, hanno emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per cinque cittadini milanesi, sospettati di tentato omicidio in concorso nei confronti della vittima. Ecco i dettagli di quanto accaduto e delle indagini in corso.
La violenta aggressione e le conseguenze drammatiche
Il 29 marzo 2023, in Via Monte Cengio e Via Monte Palombino, il 38enne albanese è stato vittima di una aggressione così violenta da risultare privo di conoscenza e in pericolo di vita. Ritrovato dalle volanti della Questura di Milano, è stato immediatamente trasportato in ospedale e ricoverato in prognosi riservata, in uno stato di coma farmacologico. Le lesioni ricevute, tra cui gravissime ferite facciali e craniche con emorragia cerebrale diffusa, hanno reso necessari due interventi chirurgici cruciali per salvargli la vita, scongiurando un esito fatale.
Le indagini e la ricostruzione dell’aggressione
Il lavoro investigativo della sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile milanese ha permesso di gettare luce sulla dinamica dell’aggressione e sul contesto che l’ha preceduta. Grazie all’analisi di filmati, testimonianze e attività tecniche mirate, è emerso che l’episodio ha avuto origine da una lite per futili motivi tra la vittima e un conoscente milanese, conclamata da minacce reciproche con armi da taglio. Dopo questa discussione, l’albanese è tornato sul luogo con un’arma, che si è rivelata essere una pistola scacciacani, ma anziché affrontare il conoscente, è stato aggredito brutalmente dagli amici di quest’ultimo, che lo hanno ridotto in fin di vita con una violenza inaudita.
Le conseguenze legali e le accuse formulate
Le autorità competenti hanno avviato le indagini preliminari nei confronti della vittima e del conoscente milanese, entrambi indagati per minaccia aggravata dall’uso di armi. Il 38enne albanese, inoltre, è stato accusato anche di porto abusivo di pistola scacciacani. Il caso resta al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine e degli inquirenti, che stanno lavorando per fare piena luce su un episodio di violenza che ha scosso la comunità locale.