L’inchiesta della procura di Perugia sull’accesso illegittimo alle banche dati della Procura nazionale antimafia si trasforma in uno scandalo secondo *Elly Schlein, che chiama all’estrema chiarezza per evitare il ripetersi di tali fatti. Il membro della commissione parlamentare antimafia, Walter Verini, non esclude nessuna possibilità, suggerendo la presenza di regolamenti di conti interni alla destra. La richiesta di far luce sui fatti è il mantra del partito, con la difesa della Dna che unisce Pd e M5s.
Il Pd e il M5s si schierano a difesa della Procura nazionale Antimafia, definendo inaccettabili gli attacchi politici all’istituzione che combatte le mafie. L’impegno a tutelare le istituzioni che contrastano la criminalità organizzata è ribadito dalle varie figure politiche, sottolineando l’importanza di non minare la sicurezza e la legalità garantite dalla Procura. La sfida è mantenere integro il lavoro svolto da Giovanni Falcone per combattere la mafia.
Il M5s risponde alle critiche sull’inchiesta, affermando che le deviazioni emerse sono riconducibili a singoli operatori e non all’intera Procura Nazionale. Si denuncia una presunta strumentalizzazione politica delle vicende giudiziarie, con la finalità di minare la credibilità della magistratura e preparare il terreno a possibili riforme. Le polemiche interne alla commissione antimafia rivelano tensioni e sospetti che coinvolgono anche esponenti politici di diversi schieramenti.
Le richieste di chiarimenti e le polemiche continuano a tenere banco, con proposte di audizioni e valutazioni da parte delle istituzioni competenti. La sospensione della partecipazione alle sedute da parte di alcune figure coinvolte nell’inchiesta alimenta ulteriori tensioni e dubbi sulle dinamiche in atto. Le critiche e le insinuazioni si intensificano, delineando uno scenario politico sempre più complesso e controverso.