Caso Carlotta Benusiglio: Il verdetto finale in Cassazione a 8 anni dai fatti

Introduzione:

Il caso della stilista Carlotta Benusiglio, trovata impiccata nel 2016 a Milano, giunge all’ultimo grado di giudizio dopo anni di dibattiti e controversie. Tra accuse di omicidio, stalking e suicidio, la verità sulle circostanze della sua morte finalmente verrà svelata in Cassazione.

La sentenza di primo grado e le condanne

Nel primo grado di giudizio, il gup stabilì che la morte di Benusiglio era causata da condotte persecutorie inflitte dall’ex fidanzato. Quest’ultimo fu condannato a 6 anni di reclusione, ma la decisione fu ribaltata in secondo grado, assolvendo l’uomo da ogni accusa. La Corte stabilì che la stilista si era suicidata dopo un litigio con il compagno, scatenando polemiche e dibattiti sulla veridicità di questa versione dei fatti.

L’appello della Procura generale e il nuovo processo in Cassazione

Nonostante l’assoluzione in appello, la Procura generale ha continuato a sostenere la tesi dell’omicidio, chiedendo una pena di 30 anni per l’ex fidanzato. Mentre i familiari di Carlotta, assistiti dai loro legali, mantengono la convinzione che la giovane sia stata uccisa e che il suicidio sia stato inscenato. Ora, spetta alla Cassazione pronunciarsi definitivamente su questo caso delicato, decidendo una volta per tutte la verità dietro la morte di Carlotta Benusiglio.

La battaglia legale continua: dall’omicidio allo stalking

L’accusa di omicidio si trasforma in quella di morte come conseguenza di stalking, presentando una nuova prospettiva sulle dinamiche della relazione tra la vittima e il presunto colpevole. La sostituta procuratore generale ha sollevato il ricorso in Cassazione cercando di far luce su questo intricato caso, portando alla luce dettagli e prove che potrebbero finalmente far emergere la verità su quanto accaduto quella tragica notte a Milano. La giustizia farà il suo corso, portando speranza e giustizia alla memoria di Carlotta Benusiglio.