In risposta al primo ciclo di audizioni parlamentari sulla proposta di autonomia differenziata del governo, i deputati democratici della commissione Affari Costituzionali esprimono un giudizio negativo univoco. Le critiche pongono l’accento sull’impatto dell’autonomia differenziata sull’assetto futuro del paese, sollevando dubbi e preoccupazioni che riguardano sia l’aspetto politico che quello giuridico.
Secondo i deputati democratici, la proposta di autonomia differenziata del governo rappresenta una minaccia all’unità e all’indivisibilità dello Stato italiano, principi fondamentali sanciti dalla Costituzione. Tale proposta viene tacciata di generare effetti sociali devastanti, in contrasto con i valori di solidarietà su cui si fonda il tessuto sociale del paese. Gli studiosi e i professori delle università italiane, inoltre, contribuiscono a smontare in modo dettagliato e puntuale gli aspetti critici della proposta governativa.
Al centro del dibattito parlamentare emerge anche la critica riguardante l’esclusione degli enti locali e delle regioni dalla discussione sull’autonomia differenziata. La richiesta di sottoscrizione di intese irreversibili da parte degli enti locali, senza coinvolgerli nel processo decisionale, rappresenta un errore grave di procedura che mina la legittimità e la trasparenza del processo decisionale. La mancata consultazione delle realtà territoriali coinvolte solleva dubbi sulla reale volontà di ascoltare le diverse voci che compongono il contesto nazionale.
Questo è solo l’inizio di un acceso dibattito che coinvolge tutte le istituzioni e la società civile, alimentando preoccupazioni e incertezze sul futuro dell’Italia.